venerdì 18 marzo 2011

" UN GRAFFITO ALLA MEMORIA " - MARIO D'ALEO

NEL PERENNE RICORDO DELLE VITTIME DI MAFIA








MARIO D'ALEO

Nato a Roma 16 febbraio del 1954, dopo avere conseguito il diploma di maturità scientifica all'età di 18 anni entra all'Accademia Militare di Modena il 22 ottobre 1973, quale allievo ufficiale dei Carabinieri, in data 1 settembre 1975, conseguendo il grado di sottotenente, e dopo aver comandato reparti in diverse zone dell'Italia del nord, veniva promosso capitano il 1° gennaio 1979.
Nel maggio del 1980, il Comando Generale dell'Arma, riconoscendo in Lui qualità di elevata capacità investigativa, lo destina a comandare la Compagnia Carabinieri di Monreale che il precedente 4 maggio 1980 era stata colpita dalla mafia con l'uccisione del Capitano Emanuele Basile.
Egli accettò con molto entusiamo ed il 28 maggio 1980 assume il comando.
Dimostrò subito le sue qualità, prima di tutto umane, infatti cercò subito di rompere il " muro " che divideva la popolazione dalla caserma dei Carabinieri, stabilendo contatti personali con tutti i ceti della gente, poi iniziò il suo lavoro di investigatore che produsse diverse vittorie sul fronte della " mafia " a quell'epoca molto agguerrita, lavoro che lo portò ad individuare l'organigramma del nuovo vertice corleonese.
Fu proprio il suo lavoro che spinse la mafia a condannarlo a morte, il 13 giugno del 1983 lo squadrone della morte apre il fuoco in Via Cristoforo Scobarfu  e trucidato a colpi d'arma da fuoco, insieme ai suoi fidati collaboratori il carabiniere Pietro Morici e l'appuntato Giuseppe Bommarito.
A lui la Medaglia d'oro al valor Civile alla Memoria con la seguente motivazione: " In servizio in una Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle Istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983".

GIUSEPPE BOMMARITO

Nato a Balestrate il 14 luglio 1944, dopo aver completato la scuola dell'obbligo  ed avere esercitato per quanche anno il mestiere di idraulico, nel 1964 si arruola nell'Arma dei Carabinieri e dopo varie destinazioni giunge a Monreale nell'anno 1972, era coniugato e padre di tre bambini.
PIETRO MORICI

Nato a Valderice il 21 agosto del 1956, dopo aver completato la scuola dell'obbligo, ed aver svolto attività di rappresentante per una ditta di dolciumi, si  arruola nell'Arma dei Carabinieri e giunge a Monreale nel 1978.


Il 13 giugno del1985 l'Istituto d'Arte di Monreale con il Preside Salvatore Scuderi, è stato intitolato al Capitano dei Carabinieri Mario D'Aleo, trucidato dalla mafia insieme a all'appuntato Giuseppe Bommarito ed al carabiniere Pietro Morici.
Nel 1994, il preside dello stesso istituto, Prof. Carlo Monasta rafforza la memoria della scomparsa del Cap. M.D'Aleo e dei suoi collaboratori, nel suo 11° anniversario " con un progetto di "Educazione alla Legalità" con il contributo della Regione Siciliana (legge n° 51/80 ) "Un Graffito alla Memoria".
Nel catalogo pubblicato per quell'occasione così si legge: " tra poco più di un anno ci sarebbe stata la ricorrenza del primo decennale della morte di quegli uomini che lavoravano per il rispetto della giustizia, le cui vittime purtroppo in questa Sicilia si sommano come le date delle ricorrenze, ma di cui spesso non resta neanche la memoria. Una memoria storica della quale è giusto che i giovani ne siano gli eredi e la sentano dentro di loro, perchè questa, non appartiene solo agli uomini maturi, ma anzi sono loro che hanno il compito di educare i giovani, affinchè non si perda. La memoria è storia, di cui va lasciata il segno in tutti i modi possibili, e l'espressione artistica, con il suo linguaggio, sa bene tradurre ed interpretare la memoria e la storia con l'immediatezza visiva che la distingue ( e non solo questa )".
....." in qualche modo il nostro progetto educativo per l'occasione, doveva tradursi in un coinvolgimento artistico, in considerazione dell'indirizzo dell'Istituto, per la sua sezione di mosaico.....".
....." Ampio fu il dibattito: nelle prime battute si scartò l'idea del monumento e nel frattempo si pensava a qualcosa che potesse avvicinare la nostra istituzione scolastica a quella militare della vicina caserma dei carabinieri. Si pensò allora ad un'opera frontale che supportasse un mosaico da sistemare nello spazio esterno all'edificio della caserma, ma che fosse ben visibile anche dlla recinzione dell'area militare. L'opera sarebbe stata realizzata in un laboratorio allestito in caserma, dove gli alunni si sarebbero recati di volta in volta a lavorare. Lo spirito dell'idea era di educare gli allievi a vivere dentro una zona militare vicini a questi uomini pronti alla nostra difesa. Ma durante le discussioni ci si rese conto che i motivi di sicurezza rendevano impossibile fare lavorare gli alunni all'interno di un'area militare. Si pensò dunque che , considerata la vicinanza dei due edifici, si poteva immaginare a qualcosa che mentalmente  e visivamente univa la Caserma e l'Istituto d'Arte ". 
Panoramica dall'Istituo in direzione della caserma dei carabinieri
    
...."I progetti non diventano sempre realtà, ma la speranza è viva...."
"Nel laboratorio di plastica si realizza così un frammento di muro su cui collocare la lapide, i fiori in ceramica, ma anche un graffito in mosaico." Il graffito è una frase scritta in cinquantadue caratteri, presi tra gli alfabeti di nove civiltà mediterranee e che vogliono essere decodificati, ma sul frammento i caratteri di una lingua misteriosa, che non si individua, ma che unisce di verse civiltà.


Il Graffito decodificato:
" Fino a quando i fiori germoglieranno odori nuovi respireremo "


  

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